Gilbert Keith Chesterton
Una preghiera nell’oscurità
Traduzione di Giulio Mainardi.
Tutti i diritti riservati.
Metro. Quartine di versi con accenti fissi su 4a, 8a e 12a sillaba. Rime: ABBA.
A PRAYER IN DARKNESS
This much, O heaven—if I should brood or rave,
Pity me not; but let the world be fed,
Yea, in my madness if I strike me dead,
Heed you the grass that grows upon my grave.
If I dare snarl between this sun and sod,
Whimper and clamour, give me grace to own,
In sun and rain and fruit in season shown,
The shining silence of the scorn of God.
Thank God the stars are set beyond my power,
If I must travail in a night of wrath,
Thank God my tears will never vex a moth,
Nor any curse of mine cut down a flower.
Men say the sun was darkened: yet I had
Thought it beat brightly, even on—Calvary:
And He that hung upon the Torturing Tree
Heard all the crickets singing, and was glad.
UNA PREGHIERA NELL’OSCURITÀ
Sol questo, o cielo… se sragiono o mal favello,
non compatir; fa’ che la terra sia nutrita,
se in mia vesania mi privassi della vita,
dell’erba cùrati crescente sul mio avello.
Se oso ringhiar tra questa zolla e l’astro altore,
se oso far chiasso o piagnistei, graziami e dona,
con sole e pioggia, con la frutta quando è buona,
lo splendor muto del disprezzo del Creatore.
Sia lode a Dio, ben oltre me le stelle stanno;
se travagliassi in una notte d’ira e pena,
sia lode a Dio, non mai mie lacrime falena
faran soffrir, né fior mie grida taglieranno.
S’oscurò il sole: la mia mente eppure dice
che battea fulgido, persino… sul Calvario:
e Chi pendeva da quell’organo nefario
udì cantare tutti i grilli, e fu felice.